Essere futuristi. Nel ventunesimo secolo

Un appunto sul termine FUTURISTI, riguardo a quanto si è detto a pomeriggio, credo non sia superfluo. A mio modo di vedere siamo futuristi nel senso di essere innovativi, totalmente diversi da quello che c’è stato prima di noi. Nel modo di fare, di pensare, a cominciare dal fatto di riunire in un unico movimento istanze liberali (per la maggior parte), ma anche sociali, riformiste, radicali, provenienti dalla società civile. Inoltre, siamo futuristi, nel senso pieno della parola, in quella mancanza di paura nell’abbattere ciò che rappresenta il “vecchiume” della politica e della società, e quindi non solo la gerontocrazia effettiva (infatti Generazione Futuro è un movimento politico UNDER 30) ma anche la c.d. “gerontocrazia morale”, basata su un modo di pensare passivo, arrendevole, accomodante.
Il Futurismo di Marinetti et alii per noi dev’essere uno spunto ideale, un’ispirazione, ma ovviamente loro sono vissuti nella loro epoca, ed erano pioneri e lungimiranti per la loro epoca. Noi lo siamo per la nostra. Quindi non saremo misogini, guerrafondai, – perlomeno non nel senso più greve del termine, perché essere combattivi è un bene, guerrafondai è un male – ma lo saremo, ad esempio, nello sfruttare il web all’ennesima potenza (ma MAI nel farci sfruttare dal web!!), nel rompere lo status quo, abbattere gli eccessi di burocrazia che stanno martoriando il nostro Paese. Questo si che significa essere futuristi!! Gestire e servirci degli strumenti che ci serviranno per raggiungere il futuro, rappresentare il futuro, ESSERE IL FUTURO.
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