"Il più grande ostacolo alla conoscenza non è l'ignoranza, ma l'illusione della conoscenza."
Stephen Hawking
Bisogna essere mediocri per essere benvoluti da tutti.
Oscar Wilde

giovedì 14 aprile 2011

Proccesso breve dubbi di costituzionalità

Non si cambiano le regole in corso di gioco  e, di conseguenza, non si cambia la legge nei processi già iniziati, perché non si possono accorciare o allungare i termini della prescrizione come fosse una fisarmonica.

 I termini della prescrizione giudiziaria, infatti consentono di esercitare un diritto entro ben precisi limiti temporali e nel processo penale, in particolare, consentono addirittura l’estinzione di un reato lasciando libero l’imputato fatto oggetto dell’obbligatorietà dell’azione penale. Modificare questo elementare principio giuridico vuol dire, in definitiva, che vengono stravolti i termini di un procedimento giudiziario, stabilendo, oltre a una disuguaglianza oggettiva di fronte alla legge, anche la retroattività di una norma priva di logica e in contrasto con la giustizia.
Far cadere in prescrizione un delitto o un illecito penale è antigiuridico e inammissibile. Farlo poi con una di quelle “leggine” settoriali e di comodo “ad personam” significa calpestare la maestà della legge.
Oggi noi chiamiamo “legge” uno strumento che nella gran parte dei casi legge non è, perché non risponde a quei caratteri di percettività generale ed astratta che sono peculiari della normazione primaria.
Il  processo breve, approvato ieri alla Camera è una di quelle leggine che, evidentemente in ossequio al premier e alla Lega, ci fa uscire dall’Europa e contraddice il primato storico “morale e civile” della nostra cultura giuridica nazionale. Come italiani stiamo dissipando la nostra cultura, il nostro passato, la nostra reputazione.
 Maria Ida Germontani

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