
Quanto alle prossime amministrative, il leader di Fli le considera «il banco di prova più difficile e comunque un terreno poco adatto». Ciò non significa che non sia «importante che il Terzo Polo ci sia in questa tornata, perché rappresenta la realtà di un’alternativa che si sta delineando. Ma l'impresa - ribadisce Fini - non può misurarsi in questa occasione».
Ma nell’intervista c’è spazio per altre riflessioni. Sul Partito democratico, che «è uno, nessuno e centomila»; sulla presidenza della Camera che - lo ammette - è «un limite» per l'impegno politico; su Silvio Berlusconi, che è rimasto «traumatizzato dalla direzione nazionale del Pdl di un anno fa, tanto è vero che non l'ha più convocata». E infine sul voto di sfiducia del 14 dicembre: se le cose fossero andate diversamente, conclude Fini, «sarei stato io a fare come Bossi nel 1994 e Berlusconi sarebbe andato a casa».
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