Il giudice ha accolto il ricorso dei sindacati e ha dichiarato l'antisindacalità della condotta della presidenza del consiglio dei ministri, che avrebbe dovuto coinvolgere le organizzazioni sindacali operanti nel relativo comparto, attivando le prescritte forme di partecipazione sindacale (informazione preventiva e concertazione), prima di procedere all'istituzione delle anzidette sedi. Dopo l'inaugurazione anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, aveva scritto al premier Silvio Berlusconi per manifestare la sua preoccupazione per l'iniziativa e la Padania, il giornale della Lega, aveva replicato: "Napolitano comincia a preoccuparsi".
Gli uffici sono rimasti aperti il giorno dell'inaugurazione, il 23 luglio scorso, poi il 1° settembre, quando sono diventati "ufficialmente" operativi, e qualche altra rara volta: per esempio un paio di settimane fa, quando il Pd della Brianza ha incontrato il ministro Calderoli per illustrargli i problemi del territorio. I 150 metri quadrati (due uffici: uno per Bossi e l'altro in condivisione tra i ministri Calderoli, Giulio Tremonti e Michela Vittoria Brambilla) sono rimasti praticamente deserti: il Senatur, così come la Brambilla e Tremonti, ha varcato i cancelli di Villa Reale solo il 23 luglio. Qualche volta in più lo ha fatto Calderoli, che però ha deluso pure lui, il 1° settembre, giorno dell'apertura al pubblico, la cinquantina di commercianti di Padova curiosi di visitare le sedi e incontrare i ministri.
Berlusconi nel chiudere i ridicoli uffici brianzoli farebbe bene a cogliere l'occasione per chiudere anche la sua esperienza di governo, divenuta ormai imbarazzante a livello nazionale e internazionale", ha dichiarato Italo Bocchino (Fli). Anna Finocchiaro (Pd) ha commentato: "Dopo il falso federalismo fatto a colpi di tagli agli enti locali, anche l'ennesimo regalo concesso alla Lega, cioè l'assurda apertura a Monza di sedi distaccate dei ministeri, si è rivelato per quello che era: una patacca".
"Godo" è l'unico commento di Francesco Storace, mentre il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, ha bollato la decisione del giudice come "un'interpretazione creativa e molto opinabile". L'europarlamentare leghista Mario Borghezio, infine, interviene con la sua consueta finezza: "Sentenza di merda. Alemanno appenda la sentenza nel cesso. Roma è la capitale del fancazzismo".
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