L'ultima proroga è scaduta il 30 settembre, ma dopo lo strappo di Berlusconi il Parlamento è bloccato. Ai nostri soldati non salta soltanto la copertura finanziaria, ma anche quella politica. Mentre sono coinvolti in bombardamenti e attacchi con vittime, soprattutto in Afghanistan
E’ stato così fin dall’inizio, quando il 27 febbraio 2002 il Parlamento approvò la legge di conversione, con modificazioni, del decreto 451 del 28 dicembre 2001 “recante disposizioni urgenti per la proroga (fino al 31 marzo 2002) della partecipazione italiana ad operazioni militari internazionali”: la modificazione consisteva nell’inserimento nel testo del decreto di un riferimento alla missione Isaf “connessa a Enduring Freedom”. Per anni molti parlamentari hanno chiesto di superare questo meccanismo assurdo con l’approvazione di una legge-quadro che consentisse autorizzazioni definitive e non temporanee, legate alle scadenze di bilancio. Se ne è parlato molto, ma finora non se n’è mai fatto nulla.
Con o senza copertura legale e finanziaria, in Afghanistan l’Italia continua a spendere 1,6 milioni di euro al giorno per bombardare e uccidere afgani. Solo pochi giorni fa i cacciabombardieri Amxdell’aeronautica militare hanno colpito due “postazioni di elementi ostili” nell’ovest del paese, non si sa con quale bilancio di vittime. Gli aerei italiani sono sempre più spesso chiamati a fornire copertura alle truppe afgane che combattono al suolo. All’inizio di settembre, ad esempio, gli elicotteri dell’esercito sono stati impegnati per diverse ore a bombardare i guerriglieri afgani“attraverso ripetuti interventi di risposta, durante i quali uno degli elicotteri ha riportato lievi danni”: alla fine – recitava il bollettino militare – “i Mangusta hanno neutralizzato la minaccia al suolo e consentito alle forze afghane di riprendere il controllo dell’area”. Da domani, queste azioni di guerra saranno formalmente atti illegali.
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