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mercoledì 10 luglio 2013

Le Province diverranno ''Collegi delle Autonomie'' ?

Le Province diverranno ''Collegi delle Autonomie'' ma cancellando soltanto la struttura fisica della provincia o riservandoci ben altro?

08 Luglio, 2013 - Per quanto riguarda l’eliminazione delle province, il Presidente del Consiglio on.le Letta ha testualmente dichiarato: “Il Governo intende “salvaguardare i lavoratori” delle province e le “funzioni” di questi enti abrogati con il ddl costituzionale”.

Quindi, se con la prossima Legge, verranno individuate tutte le forme e tutte le modalità di esercizio delle varie funzioni, sia da parte dello Stato che da parte delle Regioni, nulla o quasi dovrebbe cambiare. Si verrebbero soltanto ad eliminare le strutture fisiche delle province e gli organici dei politici. Quasi, una “vittoria di Pirro”.

Divenendo, così, le province tanti “Collegi delle Autonomie”. Ed, a noi cittadini, pur consapevoli che il Governo non abbia rispettato la radice storica ed il legame affettivo alle province – il leghista Zaia aveva affermato “La provincia è una questione identitaria da dover rispettare" – interessa di poter godere dei servizi sinora goduti.

Lato dolente della questione si avrebbe se venissero soppresse alcune strutture, dato che, in tal caso, anziché delle economie si otterrebbero delle diseconomie e degli enormi disagi. Infatti: - come si fa a sopprimere le Prefetture, le uniche Istituzioni, vicine ai cittadini, dato che rappresentano presidi di democrazia? Ve ne sarà soltanto una ogni Regione? Ed, in tal caso, quante e quali spese dovranno sobbarcarsi i Comuni, i Sindacati, i cittadini per potersi recare in questa struttura pubblica?

- come si fa ad eliminare le Questure, i Comandi dei Carabinieri e della Finanza, presidi necessari per non fare prosperare ancora di più la mafia e la criminalità?

- quanto costerà pagare le trasferte dei rappresentanti delle Forze dell'Ordine quando dovranno recarsi, per esigenze varie ed improvvise, nei centri "abbandonati" ed i Sindaci ed i tecnici nei centri "ritrovati"? - e come dovranno fare milioni di persone che, chiudendo, i vari uffici esistenti (Direzione del Tesoro, Ragioneria dello Stato, Agenzia Entrate, Agenzia Dogane, Agenzia del Territorio, Direzione del Lavoro, Camera di Commercio, Sedi Inps ed Inail, Asp, Aci, Croce Rossa, Ufficio Scolastico, Poste, Motorizzazione Civile, Ordini Professionali etc.etc) dovranno recarsi in una nuova sede per il disbrigo delle varie pratiche?

Quanta benzina verrà sprecata? Quanto inquinamento si produrrà? Chi pagherà qualche vittima della strada per un simile incessante andirivieni? Possibile che gli studiosi in economia del Ministero non siano ancora riusciti a focalizzare quante e quali diseconomie si verrebbero a determinare a carico dello Stato, dei Comuni e della collettività?

Per le suddette constatazioni, non sarebbe né giusto e né onesto sopprimere dette indispensabili “funzioni”. Il problema – secondo alcuni economisti – sta nel razionalizzare. Ad esempio: annullando o facendo divenire produttive le 3.127 aziende partecipate delle Province il cui costo è di sette miliardi di euro.

Ma le diseconomie abbondano un po’ ovunque, anche a livello regionale e nazionale. Quindi, bisognerebbe rivolgere lo sguardo, anche e forse, soprattutto altrove.

Rodolfo Bava Giornalista Pubblicista
tratto da Crotone sul Web

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